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sabato 20 aprile 2013

Fatemi capire

Dunque, fatemi capire. Diciotto mesi fa l'Italia sull'orlo del baratro scompagina tutto. Berlusconi si fa da parte e si insedia Mario Monti. La lungimirante Sinistra è convinta che sì, la soluzione tecnica sia l'unica percorribile. Col cazzo prendersi una responsabilità. Che vadano i tecnici ad alzare tasse e a fare richieste assurde agli italiani, poi tra un annetto ci insediamo noi. Progetto ineccepibile. Monti governa e, considerato tutto, non fa neppure male, riconsegnando al nostro paese credibilità e dignità, pesantemente compromesse dal ventennio berlusconiano precedente. Poi però siccome Monti governa con l'appoggio bipartisan di PD e PDL succede che ad un certo punto Berlusconi si sveglia male e manda tutto in malora. Di nuovo. Primarie, polemiche, finalmente elezioni. Problema: non le vince nessuno. Si vivacchia per due mesi (DUE) senza un governo, tra infruttuosi tentativi di alleanze improbabili, finché arriva l'occasione della vita. L'elezione del Presidente della Repubblica. Il Pd fa quello che nemmeno il più pessimista dei sui militanti (ciechi, talvolta) avrebbe pensato. Rifiuta (inspiegabilmente) l'assist offertogli da Grillo per eleggere un presidente che vada bene sia a M5S sia a Pd (Rodotà) e si infila in un vicolo cieco. Pandemonio. Marini, Prodi e infine di nuovo Napolitano. Morale: Abbiamo lo stesso Presidente del Consiglio e lo stesso Presidente della Repubblica. Assurdo! E noi che volevamo qualcosa di nuovo. Considero responsabile di questo clamoroso disastro tanto il Pdl, quanto il Pd, un partito nato vecchio e morto giovane. E adesso mi aspetto il peggio. Napolitano si dimetterà prima della fine del mandato (e ci mancherebbe!) Berlusconi spariglierà tutto e si tornerà prestissimo al voto. Vincerà ancora lui e farà in modo che tutte le cariche siano coperte da uomini a lui compiacenti. Il tasso di sfiducia verso questa classe dirigente è ai massimi storici. Mi aggrappo a Grillo, ma ci spero poco. E suggerisco, soprattutto ai giovani che non hanno un lavoro, di fare le valige e lasciare questa cazzo di Repubblica delle banane.
al.ba.

martedì 26 febbraio 2013

Oh belli, ciao

Torno dopo molto tempo a scrivere qualcosa su questo blog. E lo faccio in occasione delle elezioni 2013. Non ho capito chi le abbia vinte, se Berlusconi (ancora!) o se il M5S. Di sicuro so chi le ha perse: il Pd. E tutto l'apparato (compresi i suoi elettori). Ha perso perché ha paura del nuovo, perché non è in grado di leggere i mutamenti della società, perché si affida sempre e comunque all'usato sicuro. 
Arriva un volto nuovo? Troppo giovane, troppo grasso, fascista o, peggio, berlusconiano. Renzi, insomma, al Pd faceva paura. Vuoi mettere Bersani? E a chi si azzarda a dire che forse con Renzi molti dei voti del M5S sarebbero confluiti nel Pd, i militanti rispondono, quasi indispettiti. "Ma come, abbiamo fatto le primarie? Siamo l'unico partito organizzato e democratico!". 
Vero. Peccato che le primarie siano fatte ad uso e consumo dei militanti stessi. Non è difficile immaginare che chi non vota Pd non sia disposto a spendere tempo e denaro per eleggere il candidato di un partito che non è il suo. Bersani, quindi, quella partita, l'ha vinta a mani basse. E' stato formidabile a convincere quelli che erano già convinti. Quelli della Festa dell'Unità, del bella ciao, del fiasco di vino. 
Alla Festa dell'Unità, son quasi certo, Renzi viene visto come il Diavolo! Peccato che oltre all'apparato, esista una fetta di "mercato" (mi si passi il termine) che poteva essere aggredita e conquistata. Da uno come Matteo Renzi, ad esempio. 
Zero lungimiranza, zero capacità di leggere la situazione, zero prospettive. Una sconfitta colossale. L'ennesima, di un partito che da quando esiste ha saputo solo perdere, facendo allontanare dalla sinistra, anche chi di sinistra si sente (il sottoscritto). E allora è giusto così. Speriamo in Grillo e nel suo movimento. E agli altri, belli, ciao!
al.ba.

mercoledì 6 luglio 2011

Sarebbe bello riaverlo?

Aspettiamo. Aspettiamo che si pronuncino. Aspettiamo che chi deve difendersi si possa difendere. E chi deve attaccare possa attaccare. Ho sempre sostenuto, e sostengo tutt'ora, che se l'Inter ha sbagliato deve pagare. Ma fatico a paragonare il ruolo di Moggi a quello di Facchetti. Senza voler togliere nulla a quella Juve 2006, credo che riassegnare lo scudetto ai bianconeri, così come auspica Buffon, sia una colossale bestemmia. Se l'Inter avrà delle colpe è giusto pretendere che paghi. Ma nessuno osi giustificare la condotta di Moggi. Che ha infangato non solo il prestigioso nome della Juventus, ma quello dell'intero calcio italiano.
al.ba.

sabato 25 giugno 2011

Caro Pres, dagli fiducia

Siccome sono un tifoso vero comincio subito col dare il benvenuto al nuovo mister, Giampiero Gasperini. Ammetto che il suo Genoa mi piacesse molto, ma ammetto altrettanto che non è lui l'uomo più giusto per la mia squadra. Per la seconda estate consecutiva Moratti ha dovuto fare di necessità virtù, accaparrandosi non una prima scelta, ma quel che passa il convento. Gasperini, a detta di tutti, è un ottimo allenatore: tatticamente preparato, ama insegnare calcio ai suoi discepoli. Siamo alle solite: sicuri che sia necessario insegnare a giocare a calcio a uno come Samuel Eto'o o Wesley Snejder? A certi livelli bisogna essere più psicologi che insegnanti, più gestori di risorse umane che allenatori. Diciamo che almeno la sua gavetta l'ha fatta e i suoi buoni risultati li ha anche ottenuti. Diciamo che al Milan, che l'anno scorso puntò sul mister (appena esonerato) del Cagliari, non è andata male. Diciamo però anche che si interrompe quel filo conduttore che aveva contraddistinto le scelte di Moratti nello scegliere il nocchiero. Da Mancini, passando per Mou, fino a Leo, si vedeva quel nonsoché di simile, sin dall'aspetto esteriore. Benitez, assai diverso, non aveva fatto breccia nel cuore del patron. Così in molti dei cuori dei tifosi nerazzurri. Ecco perché la scelta più logica sarebbe stato Vilas Boas. In ogni caso, caro Pres: ora non commettere lo stesso errore commesso col cura. Diamo fiducia a Gasperini e dimostriamoglielo seguendo durante il mercato estivo le sue indicazioni. Chissà che non ci si tolgano altre soddisfazioni.
al.ba.

venerdì 24 giugno 2011

La qualità, a volte, paga

Sono molto contento perché un mio carissimo amico ha superato brillantemente l'esame scritto per diventare avvocato. E lo ha fatto prendendo il massimo dei voti. Finalmente, dico io. Perché molte persone, ricche di qualità e capacità, hanno dovuto subire le peggiori angherie ed umiliazioni. Gente capace costretta a prostrarsi, senza avere gratificazioni di alcun tipo, tanto meno economiche. Però a volte (per fortuna!) la qualità prevale. E se uno è bravo e capace, alla fine è giusto che prevalga sulla mediocrità così largamente diffusa. Un altro caro amico se ne sta per andare a fare un master negli USA. Carissimo, molto selettivo all'ingresso, prestigioso. Ce l'ha fatta e parte a settembre prossimo. Sono contento. La qualità, questa volta, ha pagato.
al.ba.

domenica 19 giugno 2011

Perché no?

Mi domando quale sia il problema se la Lega rivendica qualche ministero al Nord. Mi domando perché non dovrebbe andar bene una mossa del genere. Che ne so, il ministero dell'economia a Milano, quello dei beni culturali a Firenze, quello del turismo a Rimini. Per esempio. Diversificare le zone di potere, creando nuovi indotti anche altrove. Ancora una volta credo che la Lega abbia delle sacrosante ragioni nel sostenere ciò che sostiene. Il problema è la forma. Ho ascoltato il discorso di Bossi a Pontida e devo riconoscere che la scena sembrava comica. Il Senatùr ha avuto un gravissimo problema di salute: oggi, quando parla, si fatica a comprendere ciò che dice. Non gliene facciamo una colpa, sia ben chiaro, ma è paradossale che ci si debba mettere ad ascoltare il leader del secondo partito di maggioranza senza riuscire a cogliere il significato delle sue parole. Quest'uomo ha l'enorme merito di aver creato un movimento che oggi ha seguito anche in regioni impensabili fino a pochi anni fa (per il raduno di Pontida sono partiti pullman dalle Marche, l'Umbria e la Toscana...), ma ritengo che per togliere lui dall'imbarazzo e per facilitare il dialogo sia necessario sostituirlo sul palco. Sentirlo per qualche sprazzo ed ascoltare i commenti a seguito del suo intervento di Mentana e dei suoi ospiti è stato davvero paradossale. Resto dell'idea che alcune delle proposte leghiste meritino di essere approfondite. Ma resto altresì convinto che attraverso la forma passi anche la sostanza. E qui, francamente, c'è da lavorare parecchio.
al.ba.

domenica 12 giugno 2011

Michele Serra

Prendo in prestito l'intera Amaca dell'immenso Michele Serra. Buona lettura.
La sortita dell'amministratore delegato di Sky Italia, che minaccia di far saltare i diritti tv (centinaia di milioni di Euro) se il calcio italiano non fa pulizia al suo interno, è sacrosanta non solo dal punto di vista morale, ma anche sotto il profilo economico. I prodotti adulterati (tale appare, in questo momento, il calcio) rischiano di non valere più niente salvo che per la cerchia ristretta di chi li adultera speculandoci sopra. La domanda, più in esteso, è: quanto costa agli italiani in termini di mancato sviluppo, di danno economico, di depressione del mercato, la disonestà? Quanto ci costano i furbi, gli imbroglioni, gli evasori fiscali, i mafiosi, i camorristi, quelli che su piccola o su grande scala scardinano il sistema delle regole per ingoiare un profitto illecito? Quanti industriali non hanno investito al sud per paura del pizzo? Quanti biglietti in meno vengono venduti negli stadi a causa della disgustosa violenza delle curve e da domani, magari, perché il risultato della partita è meno credibile? Le leggi e le regole non solo sono giuste, sono convenienti. Rispettarle, alla lunga, produce maggior benessere e meglio distribuito. Tra noi italiani questo concetto - che è pragmatico prima che etico - fatica ad imporsi. Non per caso l'amministratore delegato di Sky Italia si chiama Tom Mockridge.
Grazie di esistere Michele.
al.ba.